martedì 26 aprile 2011

Preparare il gelato siciliano

Per gustare un buon Semiferddo e un gustoso Gelato utilizzate i "Preparati per semifreddi e gelati" di Sorsi & Sapori. Potrete preparare un semifreddo o un gelato artigianalmente, secondo la tradizione siciliana,  in modo semplice e rapido.
Gli ingredienti sono tutti naturali e magistralmente dosati.
Sono disponibili i seguenti gusti:
Crema panna, stracciatella,  nocciola, pistacchio, fragola, frutti di bosco, cannella, torrone, croccantino al rhum, zuppa inglese, caffè, cioccolato, ecc...
PER LA PREPARAZIONE DEL GELATO
Versare il contenuto del contenitore in un recipiente ed aggiungere, poco alla volta, mezzo litro di latte. Lasciare riposare la miscela ottenuta per almeno mezz'ora in frigorifero, poi versare nella gelatiera e gelare
PER LA PREPARAZIONE DEL SEMIFREDDO
Prima frullare il preparato con gr 250 di latte e gr 250 di panna liquida. Quindi versare il composto in uno stampo e riporre in freezer per almeno sei ore.

Come preparare la granita di mandorla

La granita siciliana è uno spettacolo, uno di quei dolci che si possono mangiare senza timore di ingrassare (troppo) perchè è fatta di acqua e frutta. Si, c’è anche lo zucchero, ma in quantità ridotta, quindi non incide sensibilmente in termini di calorie.
Mangiarla al bar con la brioche è sempre bello, ma anche prepararla in casa non è difficile e può servire a rendere speciale un particolare momento o a soddisfare il desiderio di qualcosa di fresco, dissetante e gustoso. La granita siciliana è la capostipite del genere e con le varie imitazioni che si trovano nelle altre regioni condivide soltanto il nome, poichè la tendenza ad inserire il ghiaccio, seppura in piccoli pezzetti, allontana dalla sua essenza. La differenza sta nel fatto che la granita siciliana non prevede l’utilizzo di ghiaccio, bensì è il composto stesso a ghiacciare, mentre negli altri casi al ghiaccio si aggiunge il liquore. E la differenza è di facile percezione già a livello visivo, per poi acuirsi a livello gustativo, perchè l’una è cremosa e quasi morbida, le altre sono composte da pezzetti di ghiaccio, per cui è tutt’altra consistenza.
Pertanto, nel momento in cui decidiamo di preparare a casa la granita siciliana dobbiamo tener presente che ci aspettiamo un sorta di crema, non certo giaccio colorato, che non è da disprezzare ma indica un altro tipo di granita differente dalla siciliana
Granita di mandorle
Per preparare una buona "Granita di mandorle" utilizzate la "Pasta di mandorle per latte di mandorle" Sorsi & Sapori. Potrete preparare uno squisito latte di mandorla, una granita o un gelato alle mandorle. Gli ingredienti sono tutti naturali e magistralmente dosati.
PER LA PREPARAZIONE DELLA GRANITA ALLE MANDORLE
Sciogliere gr 200 di composto in 1 lt di acqua tiepida. Aggiungere 100 gr di zucchero e quindi gelare in freezer
PER LA PREPARAZIONE DEL LATTE DI MANDORLA
Sciogliere gr. 250 di composto di lt 1,350 di acqua tiepida. Porre in frigorifero e consumare entro 3 gg.

La granita siciliana - Storia e tradizioni

I gelati in Sicilia hanno tradizione antica.
La qualità, i tipi, il gusto, le essenze, la manifattura dei gelati varia da una zona all' altra dell'isola, in una serrata e stimolante competizione fra una città e l'altra. A Palermo primeggiano i "pezzi duri". Il gelato di melone rosso (anguria) con profumo di gelsomino, tipico del Festino di Santa Rosalia, quello di "scorzonera e cannella", la cassata (da non confondere con la più famosa gemella, tradizionale torta pasquale), il coloratissimo "giardinetto" e perfino il gelato di "riso e chantilly" di chiara origine francese. Durante la Belle Époque le gelaterie palermitane più famose, si trovavano lungo la passeggiata a mare del Foro Italico e spesso le signore consumavano il gelato all'interno delle loro eleganti carrozze. Ma la granita occupa i primi posti nelle preferenze dei palermitani e dei turisti in genere. 
Le origini della granita vengono solitamente fatte risalire alla dominazione araba in Sicilia. Gli arabi portarono con sé la ricetta dello sherbet, bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose. In Sicilia, usavano la neve che d'inverno veniva raccolta sull'Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e stivata durante l'anno nelle nivieri, apposite costruzioni in pietra erette sopra grotte naturali o artificiali. In estate veniva prelevato il ghiaccio formatosi per essere poi grattato e ricoperto di sciroppi di frutta o di fiori. Questa preparazione, che sopravvive anche nella grattachecca romana, era diffusa ancora fino al primo Novecento con il nome di rattata (grattata).
Durante il XVI secolo si apportò un notevole miglioramento alla ricetta dello sherbet, scoprendo di poter usare la neve, mista a sale marino, come eutettico per poter congelare le preparazioni. La neve raccolta passò così da ingrediente a refrigerante. Nacque il pozzetto, un tino di legno con all'interno un secchiello di zinco, che poteva essere girato con una manovella. L'intercapedine veniva riempita con la miscela eutettica e il tutto poi posto in un letto isolante di paglia. La miscela congelava il contenuto del pozzetto per sottrazione di calore, mentre il movimento rotatorio impediva la formazione di cristalli di ghiaccio troppo grossi. La granita così preparata ha soppiantato nei secoli la rattata. Nel corso del XX secolo, il pozzetto manuale raffredato da ghiacco (o neve) e sale è stato dappertutto sostituito dalla gelatiera. Non si può facilmente determinare una “formulazione originale” della granita. Secondo fonti autorevoli, le granite più tradizionali erano quelle ai gusti di limone, cannella, gelsomino e “scursunera” (barba di becco). Mentre la barba di becco oggi non viene più utilizzata, il termine dialettale scursunera viene impiegato, specie nel palermitano, per designare la granita di gelsomino con cannella. Nel passato, soprattutto in ambiente contadino, la granita si accompagnava al classico filoncino di pane. E del resto non manca neppure oggi qualche buongustaio alla ricerca di cibi genuini che preferisce sostituire il panino alla brioche
Nel messinese spiccano le granite, di caffè e di limone, molto simili a quelle del palermitano, per la loro consistenza granulosa, ma del tutto diverse dalle granite dei paesi del val di Noto, vera e propria specialità dolciaria della zona, assai più compatte e lavorate. Nel ragusano la granita si arricchisce di innumerevoli sapori: mandorla (le mandorle usate per la preparazione della granita contengono sempre una minima percentuale di mandorla amara, decisiva per l'intenso aroma),  arancia, fragolina di bosco, gelsi neri, mandarino. Nel più antico bar di Noto, a pochi passi dal duomo impacchettato per i restauri, ci si potrà sedere ai tavoli all'aperto e, nell'imbarazzo della scelta, dedicare una punta di attenzione anche alla granita di pesca aromatizzata al basilico. Molto diffusi nel Catanese sono il gusto al pistacchio (originario di Bronte), alla mandorla (la minnulata catanese, cioè mandorlata, su cui si versa un goccio di caffè caldo) ed i gusti alle frutta: gelsi neri, pesca, fragola, mandarino, ananas. Una peculiarità catanese è la cosiddetta “granita di cioccolato”, preparata con il cacao magro. A Catania spesso si gusta tagliando la brioche a metà e riempiendola di granita, e una copertura di panna fresca .
Nel ricco panorama dolciario della Sicilia non figurano naturalmente soltanto le granite, ma gelati di ogni genere, torte, pezzi imbottiti, tartufi, coppe di vari gusti con panna, con pan di Spagna, con mandorle e canditi. È la granita, tuttavia, a mantenere il posto d'onore, rimanendo a tutt'oggi una specialità siciliana assolutamente irripetibile. Che non ha nulla a che vedere con la "grattata di ghiaccio" insaporita con essenze varie, che nei bar del Nord Italia servono come granita. Con grande delusione dei siciliani.
Infatti, la differenza tra la granita siciliana, la granita delle altre regioni e la grattachecca è che la prima non prevede l’utilizzo di ghiaccio, bensì è il composto stesso a ghiacciare, mentre negli altri casi al ghiaccio si aggiunge il liquore. E la differenza è di facile percezione già a livello visivo, per poi acuirsi a livello gustativo, perchè l’una è cremosa e quasi morbida, le altre sono composte da pezzetti di ghiaccio.